L'argomento è molto complesso e l'articolo vuole dare una risposta ai tanti misunderstanding della filiera nella quale molti si sentono vittima di inefficienze di cui sono spesso loro stessi causa. Eppure basterebbe che ognuno facesse quello che gli compete e tutto sarebbe più semplice e certo. La tecnologia unita alle buone pratiche hanno dato una risposta a tutto (o quasi), ma è previsto che ognuno faccia la propria parte, cosa che non si verifica ancora a sufficienza. È soprattutto una mancanza di informazioni, mai date dalla scuola, che trascina in un groviglio di lamentele quasi tutti gli attori della filiera che preferiscono lamentarsi delle inefficienze altrui, a monte o a valle, piuttosto che imparare a fare la loro parte.
Non si capirebbe altrimenti il motivo di tante incomprensioni quando basterebbe che i grafici generassero PDF/X consapevoli e gli stampatori allineassero i loro impianti agli standard.
5 carte uso mano versatili per ottimi risultati di stampa
La carta uso mano o usomano prende il nome dalla consuetudine ‘offset’ ma in modo poco appropriato.
In verità la definizione corretta è uncoated – non patinata – perché non subisce trattamenti di patinatura diversamente dalle carte patinate opache oppure lucide.
Questo tipo di carta (uncoated) è maggiormente diffusa in ambito editoriale poiché ideale alla stampa di libri, manuali, bugiardini e qualsiasi tipo di pubblicazione con molto testo e immagini con linee nette, senza ombreggiature (tratto).
Anticontraffazione: la tecnica iframe
Per poter funzionare correttamente, non tanto in termini tecnici, ma di immagine/marketing, la condizione in assoluto migliore è che le operazioni si svolgano all'interno del sito dell'azienda che realizza il prodotto in controllo. Ci viene in aiuto la tecnologia HTML attraverso i moduli iframe. Questi puntano e lavorano fisicamente sul nostro data base e quindi la procedura può essere attivata senza dover ricreare una infrastruttura specifica, ma si mostrano come una pagina del nostro cliente, non solo nella grafica, ma anche nell'indirizzo URL che appare, a tutti gli effetti visivi, una pagina del suo sito.
Le carte grafiche certificate per la stampa digitale HP Indigo
Se pensate che la stampa digitale sia così scontata e che il lavoro di un graphic designer – professionista della progettazione grafica e comunicazione – sia solamente quello di stare davanti a un Mac per ore e ore, purtroppo siete fuori strada!
Realizzare una stampa digitale è diventato nel corso del tempo un processo articolato, che combina in modo sapiente creatività, tecnologie, consumabili, know-how e professionalità per ottenere soluzioni disegnate su misura che rispondono alle esigenze del cliente finale soprattutto in termini di prezzo.
I tipi di carta per il progetto di stampa: quale scegliere
La carta su cui dar forma al progetto grafico è più di un semplice supporto e scegliere quella ‘giusta’ non è mai così scontato.
Per noi, ma anche per molti graphic designer, è lo strumento con cui esaltare i contenuti e le immagini che verranno impresse sulle diverse tecnologie di stampa.
Ogni carta ha le sue caratteristiche e qualità materiche che ne determinano il peso, la trasparenza, l’aspetto visito, la mano, lo spessore, il grado di opacità, l’effetto tattile e la durata nel tempo.
Qualità stampa: da corGae nuovo metodo di controllo
È da parecchio tempo che stiamo studiando e sperimentando le modalità operative che possono derivare dall'applicazione della formula di bilanciamento dei grigi proposta dall'Annex A della ISO 12647-2:2013. Sull'argomento sono stati incentrati anche il TAGADay 2019 e TAGA e-Day 2020. Da quel percorso ne è uscito un metodo molto semplice, e riteniamo rivoluzionario, per verificare il proprio impianto stampa. Bastano 10 minuti per leggere una scaletta che sta dappertutto.
Bilanciamento dei grigi: proposta di un metodo universale, pratico e veloce
L'ultima e più interessante definizione di grigio neutro è quella contenuta nell'Annex A della ISO 12467-2:2013 secondo la quale è grigio quel colore che, ad un determinato valore L*, assume per a* e b* un colore che sta sui segmenti di congiunzione tra a*/b* carta e a*/b* (teorico) per L* 100M100Y100 (qui a fianco l'asse, o meglio gli assi, dei grigi delle Printing condition corGae per le carte: PLO=Patinata e UMS=Uso mano sbiancata).
Dichiarare un grigio non è banale proprio perché per effetto di tale modalità ogni supporto ha un suo grigio per di più praticamente impossibile da definire con numeri CMYK attraverso i normali software grafici di progettazione personale.
SCTV un nuovo standard in arrivo
SCTV sta per Spot Color Tone Value. È una metodologia nata per risolvere il problema della mancata corrispondenza tra le attese di stampa dei colori Spot (in Italia sostanzialmente Pantone®) e il risultato effettivo. Di questo specifico aspetto se ne occupa la ISO 24654:2017 di cui potete trovare le informazioni a questa pagina.
Unitamente al Gruppo di Lavoro di TAGA Italia GDL ISO 20654 SPOT COLOUR, nel 2017 a ridosso della pubblicazione della Norma, mettemmo a disposizione la nostra macchina per realizzare una sperimentazione di verifica in stampa digitale da affiancare a quella canonica offset, che ha dato origine ad uno specifico documento TAGA dal titolo ISO.20654: Calcolo delle curve tonali negli spot color.