Se fino ad oggi abbiamo sentito parlare poco di SCTV, acronimo di Spot Color Tone Value, probabilmente in futuro sarà un termine molto familiare. Nato ufficialmente con la ISO 24654:2017, pubblicata l'11 agosto di quell'anno, fornisce un metodo per il calcolo della copertura superficiale del punto (dot) nei retini stampati con colori speciali (spot color). Sempre più spesso infatti i creativi utilizzano i colori spot non solo come "5° colore pieno", ma con sfumature o addirittura in combinazione retinata su altri colori spot. A parte le avvertenze di prestampa per far sì che le tinte arrivino sulla lastra, il risultato cromatico non è quasi mai coerente con le attese, viste magari in Photoshop.
Per ovviare a questa incongruenza, in concomitanza con i lavori ISO, TAGA creò un Gruppo di lavoro, il GDL ISO 20654 SPOT COLOUR, per studiare la nuova tecnologia. A quel gruppo partecipammo pure noi con la nostra Indigo 7600 lavorando in eptacromia in simulazione Pantone® ottenedo, a pari dell'offset, dei risultati molto interessanti.
La sperimentazione mise in evidenza una situazione nella quale, in base alla tinta, vi era una conformità (raro) o una differenza (spesso) tra ciò che potevamo vedere in Photoshop (parte sinistra della colonna) e ciò che veniva stampato (parte destra della stessa). Tra le tinte mostrate nella immagine qui sotto solo la seconda, che è il PANTONE 100C, è sostanzialmente uniforme. Le altre, a parte la differenza legata al fatto che in Photoshop abbiamo una sfumatura mentre per la stampa abbiamo la lettura di una tacca, sono tutte molte molte diverse.
I valori L*a*b* presenti alla destra delle patch colorate sono quelli letti sulle stampe realizzate in eptacromia con la LUT exp05 che corrisponde alla curva A della ISO 12647-2:2013 e si riferiscono (da sinistra a destra) alle seguenti referenze:
PANTONE® RED 32C
PANTONE® 100C
PANTONE® REPLEX BLU
PANTONE® GREEN
PANTONE® RHODAMINE RED
PANTONE® ORANGE
L'obiettivo della tecncologia SCTV è ottenere una formula che garantisca la migliore progressione dei toni dal substrato al pieno. Dal punto di vista grafico ciò è rappresentato da una linea a 45° che parte dall'origine fino al 100%.
Se andiamo a vedere la curva di riproduzione del PANTONE® 100C ci rendiamo conto che questo obiettivo è praticamente raggiunto. Lo "schiacciamento" calcolato con la Murray-Davies è invece molto diverso (abbastanza simile alla curva A della ISO 12647-2:2013.
Completamente diversa la situazione per il Blu Reflex. Qui la curva calcolata con la formula SCTV mostra bene quello svuotamento che è ben visibile anche nel risultato in stampa. Murray-Davies va per i fatti suoi con una imbottitura apparente del 35% sul 50%. Imbottitura non coerente col risultato in stampa che è il contrario.
Questa situazione, come si diceva, è la regola per i colori Spot. Nella sperimentazione del 2017 i 25 colori testati si distribuivano con un dot gain dal 50 all'86% se calcolati con Murray-Davies e dal 42 al 58% se calcolati con la nuova formula SCTV, con la differenza che la modifica in lastra (o sulle nostre curve in Indigo) fatta col riferimento SCTV porta al risultato di stampa atteso.
Fin qui gli aspetti positivi. C'è però un rovescio della medaglia ed é il fatto che ogni colore richiede una sua propria curva di compensazione con tutto ciò che comporta in terminI economici la realizzazione di tale stato, in particolare in offset dove è necessario fare almeno due giri di lastra: uno di verifica e uno di convalida.
È già evidente che questa modalità colorimetrica fornisce risultati attendibili rispetto a quella classica densitometrica. Se lo fa per qualsiasi colore spot non si vede perché non dovrebbe farlo anche per quelli standard CMYK.
Stiamo sviluppando una sperimentazione al proposito di cui pubblicheremo presto i risultati.