La consapevolezza, da parte del grande pubblico anche mediamente professionalizzato, che un'immagine stampata, soprattutto se in una pubblicazione di pregio, non sia in grado di rappresentare correttamente i colori è conquista recente. A nostro giudizio nasce nel momento in cui i grafici e i fotografi hanno cominciato a fare post produzione dei loro scatti digitali.
Prima l'immagine andava in fotolito e poco si sapeva dei limiti di una conversione da un ampio spazio RGB ad un angusto spazio CMYK.
È solo quando grafici e fotografi hanno cominciato a convertire immagini con cieli azzurri, zone violette o sature di arancio o di verde che vi è stata la percezione consapevole dei limiti della stampa rispetto ai colori.
L'immagine qui sopra è una conversione senza alcuna forzatura da AdobeRGB 1998 a PSO Coated v3 con intento di rendering Colorimetrico relativo. Non si è perso solo l'azzurro del cielo, ma anche una certa quantità di passaggi nelle nuvole. Se volete provarlo non avete che da scaricare l'immagine, che è Adobe RGB (1988) e poi convertitela in Photoshop in PSOcoated_v3 = FOGRA51. Per inciso si tratta di una buona conversione perchè può capitare di molto peggio come nel caso di un colore turchese che sta in una zona irragiungibile dalla stampa offset.
Come si vede dalle proiezioni del profilo eciRGB_v2 in rapporto a PSOcoated_v2, nella zona dove ci sono i pixel del cielo siamo nell'angolo basso azzurro dove la distanza tra i due profili è minima e quindi la conversione viene bene perché i colori non sono molto lontani tra i due Gamut.
Ma se ci spostiamo verso il verde→giallo vediamo che i due Gamut si allontano per cui se un colore si trova in quella zona (e i due turchesi sono li, evidenziati dai cubetti colorati) la differenza cromatica per effetto della conversione sarà maggiore. Tra i due colori c'è un ΔEab di 9.49 (ΔE00 = 4,84): decisamente diversi!
È evidente altresì che più ci spostiamo verso l'alto a sinistra della spazio L*a*b* qui rappresentato in modalità bidimensionale, eventuali colori catturati da un dorso digitale non riusciranno ad essere rappresentati in alcun modo in una stampa in quadricromia.
Per quanto riguarda i colori di cui stiamo discutendo, nel caso del cielo, con HP Indigo non avremmo potuto fare meglio perché i due Gamut di stampa, in quella zona, si sovrappongono, come si vede nella immagine. Un po' meglio col turchese perché li il Gamut di HP Indigo è più ampio verso il verde, come si può vedere sempre nella stessa immagine che mostra i 3 Gamut interessati dalla nostra analisi: eci RGB v2 che è grande 1.330.440 ΔE, FOGRA51 386.692 ΔE e Indigo per carta patinata = corGae_IndS2_SFS_M1_v1 427.352 ΔE.
Anticipando quanto andremo a spiegare più avanti, quel turchese si risolve in stampa con una qualsiasi combinazione di inchiostri che ampli il Gamut nel Green, quindi CMYKG, CMYKOG, CMYKOGV.
La scelta di un metodo piuttosto che un'altro sarà suggerita dalla presenza di altri eventuali colori fuori Gamut presenti nell'imagine (o nell'opera nel suo complesso che deve essere stampata in contemporanea), dall'importanza di riprodurli fedelmente e, non ultimo, dal budget disponibile.
Alla ricerca di un Gamut più grande: esacromie e eptacromia
Hexachrome® di Pantone® è stata la prima risposta per aumentare il Gamut CMYK con l'Orange e col Green.
Nonostante sia argomento di grande attualità, Hexachrome® è un progetto che stato interrotto da Pantone® nel 2008 quando Adobe Systems ha smesso di supportare il software plug-in HexWare (da Wikipedia, l'enciclopedia libera - versione internazionale alla voce Hexachrome - 26/06/2021).
Per le nostre stampanti digitali HP Indigo che utilizzano inchiostri Pantone® noi abbiamo sviluppato uno specifico profilo di separazione e utilizziamo la tecncologia senza problemi, unitamente a IndiChrome®, tecnologia proprietaria Indigo che utilizza il Violet al posto del Green e che funziona anche senza la necessità di separare preventivamente le immagini che possono essere mandate in stampa in RGB. In questa pagina potete trovare maggiori informazioni.
IndiChrome® che raggiunge 556.481 ΔE e che per i motivi qui descritti l'abbiamo adottato come nostro standard.
HexaChrome®, che pure siamo in grado di realizzare e che in stampa digitale HP Indigo raggiunge un Gamut un po' più piccolo di 543.616 ΔE.
La somma delle due esacromie classiche da origine alla eptacromia per la quale abbiamo realizzato il profilo di separazione che raggiunge 624.396 ΔE.
Stampare a 7 colori non è sempre agevole: sulla HP Indigo 7900 in formato SRA3 non è più possibile poiché per far posto alla stazione fissa dell'inchiostro Silver non abbiamo più la possibilità di montare 7 inchiostri "normali".
Sulla 12000 HD, la presenza della stazione Primer/White, inchiostri molto sensibili all'inquinamento cromatico, sconsigliano di montare i 7 colori per cui la disponibilità può essere presa in considerazione unicamente su progetti molto consistenti.
Eptacromia, esacromia o pentacromia in stampa digitale?
A parte le difficoltà tecniche, non sempre ha senso stampare a 7 colori.
Per la nostra esperienza l'unica immagine a noi nota che ne trae beneficio è il vortice colore, immagine simbolo del nostro sito.
Se in eptacromia (7 colori) mostra il massimo, non c'è una grande differenza se stampata in esacromia IndiChrome®.
La regola vale per quasi tutte le immagini.
Non sempre il rapporto qualità prezzo gioca a favore del massimo del Gamut anche perché un'immagine difficilmente copre tutta la gamma dei colori. E lo stesso si può dire per un'intera opera dove lo stile iconografico è il più delle volte limitato ad un certo gruppo di tonalità.
Non sempre la valutazione visiva riesce a discernere quanto una immagine trarrà beneficio dalla separazione in 5, 6 o 7 colori. In questo, purtroppo, non aiuta Photoshop che non è in grado di fare soft-proof al di fuori di CMYK, RGB e colori Pantone® (purché non miscelati con la quadricromia).
Per i colori Pantone® c'è poi l'ulteriore complicazione della linearizzazione delle macchine da stampa come spiegato in modo approfondito in questa pagina.
Stampare a 5 colori è più semplice e meno costoso che con 6 e se è sufficiente è inutile complicarsi la vita e il portafogli per ottenere poco o nulla in cambio. Ma come fare?
Se si dispone del software ColorThink si possono estrarre i pixel di una immagine e si possono confrontare con uno dei profili a 5 o 6 colori e scegliere quello che copre meglio l'immagine tenendo conto che se si deve fare una scelta tra Green e Violet vale la regola che i verdi in quadricromia sono un po' "meno diversi" rispetto ai viola Dalla immagine sotto risulta evidente che per coprire le due immagini, singolarmente, è sufficiente un solo colore, orange per quella di sinistra, green per quello di destra.
Usare il profilo di eptacromia per facilitare la scelta
Un metodo molto più veloce è fare un primo giro sulle immagini separandole in eptacromia e osservare quanto vengono coivolti i vari canali. È raro che servano tutti e 7, se sono 6 è bene valutare se è più proficuo il Green o il Violet. Se poi la dominante dell'immagine e/o dell'opera è solo in uno dei colori aggiuntivi si userà solo quello separando le immagini col corrispondente profilo di pentacromia, scaricabile gratuitamente, assieme a quelli di esa ed eptacromia da questa pagina.
Nelle immagini qui sopra si vede che in quella di sinistra vi è separazione solo nel canale dell'orange, in quella al centro il canale del green. Se il progetto lo consente, se cioé le due immagini fanno parte di opere diverse saranno stampare in pentacromia, altrimenti, pur separate ugualmente a 5 colori, la stampa avverrà in esacromia Hexachrome®. A destra c'è colore in tutti i canali, ma nel verde ce n'è meno: l'immagine sarà convertita in esacromia CMYKOV e stampata in IndiChrome®.
È sempre opportuno separare col numero minimo dei canali in quanto, in quel modo, le immagini si possono spostare più agevolmente da un progetto all'altro. Se infatti possiamo stampare una immagine separata a 5 colori in una sessione di stampa a 6 che lo contiene, non possiamo fare altrettanto con una immagine separata a 7 colori, anche se il canale interessato è vuoto (in realtà è possibile, ma meglio avere file puliti). Risulta evidente altresì che stampare l'immagine di sinistra senza Green, o quella al centro senza Orange non provoca nessun problema sul risultato finale, escludere la stampa del Green in quella di destra non è la stessa cosa che separarla in CMYKOV. Nel primo caso l'immagine sarà incompleta, nel secondo no.
Gamut a confronto
Nelle immagini qui sotto è mostrato il Gamut Indigo corGae della eptacromia e delle due esacromie, al centro col violetto (IndiChrome® CMYK-OV) e a destra col verde (HexaChrome® CMYK-OG), confrontati con Eci RGB v2.
Infine nelle immagini qui sotto sono visibili i Gamut delle 3 pentacromie Indigo corGae CMYKO, CMYKG, CMYKV sempre confrontati con Eci RGB v2.