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Se non è quello giusto, un profilo colore può creare danni

La scena è quella classica di una sala stampa, digitale o offset che sia. Si stanno stampando un certo numero di cataloghi diversi di uno stesso Brand. Stampato il primo, il secondo ha il colore della Brand identity completamente diverso. Panico generale. La prima cosa è andare a vedere i file. I valori della Brand identity del primo file sono C80M29Y0K0, ma maledettamente anche il secondo è C80M29Y0K0. Il panico aumenta: l'impianto non funziona più?

Per verificare si stampa la forma test che, alla vista, sembra buona. La si misura: tutto OK. Sarà stato un problema momentaneo: si ritenta la stampa del secondo catalogo ma non c'è verso il problema permane. Cosa ci sarà di tanto misterioso?

C80M29Pitstop

C80M29 CMYK vari2Finalmente qualcuno guarda meglio il PDF alzando (o abbassando) lo sguardo e si rende conto che i due file hanno profili colore diversi e questi, a parità di numeri, rapportandosi ad un Profilo/Gamut diverso, forniscono colori diversi.

Nell'intimo la cosa funziona così: poiché l'impianto è impostato in modo da onorare i profili, lo fa. Solo che mentre per il FOGRA51/PSO Coated v3 imposta la periferica con una ricetta/mix di retini che consente di ottenere il valore L*a*b* 54, -16, -42, per l'Agfa Swop Standard, presente nell'altro file, imposta una ricetta per ottenere un L*a*b* 53, -10, -36. Tra i due un ΔEab di 8,5!

Alla ricerca di una soluzione

Di fronte a tanta incertezza è il momento della rivincita del più tradizionalista tra gli stampatori che sostiene da sempre quanto fa la maggior parte dei colleghi e cioè che, per non cadere in queste situazioni, "segano" i profili; così quei maledetti "cosi" non fregano più nessuno.

Detto fatto si escludono i profili e il problema, sul momento, si risolve.

ProfiliInvertitiC'è però chi non ci sta ed è colui che ha impostato l'impianto con una rigorosa gestione colore perché conosce esattamente i rischi che comporta questa impostazione, tanto diffusa quanto sbagliata. Chiede allora al collega di rimandare in macchina nella coda modificata la forma test e di stamparla. Il risultato, previsto, fa sprofondare di nuovo i più nello sconforto perché l'immagine di sinistra, che normalmente viene stampata come si vede a destra, mostra il viso della ragazza di colore verde!

Cosa mai sarà questa stregoneria! È presto detto perché il Profilo dichiarato Euroscale YCM sta ad indicare che nel canale del Ciano è stato messo il Giallo, in quello del Magenta il Ciano e in quello del Giallo il Magenta. Se si lascia lavorare la gestione colore tutto si rimette a posto in quanto il profilo conosce quale valore L*a*b* deve buttare fuori e quindi quale mix di retini di uscita deve mettere per ottenere quel colore, ma se si fanno lavorare i numeri questi stampano come se si fosse montata la lastra del Giallo nel castello del Ciano e, di conseguenza gli atri.

Subito dopo la stampa del Brand azzurro, c'è quella di un catalogo del Brand rosso, ma il colore che esce tira al marrone tanto che, se si continuasse, sarebbe certamente contestato dal Cliente. Anche qui l'aggiustamento è legato al profilo colore esattamente come nell'altro. In effetti nel caso precedete abbiamo uniformato i colori, ma non è detto che li abbiamo ottenuti esattamente come quelli attesi (è anzi molto probabile che ciò non sia avvenuto).

Che fare: è la tipica coperta corta che se copre i piedi scopre le spalle. Senza arrivare ad ottenere un viso verde, non onorare i profili può provocare situazioni meno appariscenti, ma ugualmente inaccettabili, come quella qui sotto.

RGB Assegnati

Queste sono immagini RGB alle quali è stato applicato, a parità di numeri, un profilo diverso, che nella fattispecie è rispettivamente sRGB, Adobe RGB 1998 e ProPhoto RGB. Se le stesse immagini fossero state convertite negli stessi profili si mostrerebbero uguali ma, contestualmente, i rispettivi pixel avrebbero numeri RGB diversi in ognuna delle tre immagini.

In un impianto correttamente impostato le tre immagini che hanno i pixel uguali ma il profilo attribuito diverso, verranno stampate tutte e tre come le vediamo. Per contro in un impianto nel quale la gestione colore è stata disabilitata non si sa quale otterremo: dipende dal profilo di default impostato per le immagini prive di profilo colore.

Se quelle stesse immagini arrivassero a noi in un PDF nel quale durante la generazione non sono stati messi i profili - e quindi arrivano al RIP senza nessuna informazione - il risultato sarebbe della prima e cioè sRGB. Perché questa scelta e non, per esempio, Adobe RGB 1998 molto diffuso pure lui? Perché si presume che se un fotografo, o un grafico, ha messo del suo per fare una post-produzione salva l'immagine col profilo incorporato e genera il PDF di conseguenza. Diversa è la situazione di immagini generiche, magari scaricate da Internet, che il più delle volte sono senza profilo ma per la maggior parte sono sRGB.

Ma allora il rischio incombe sempre?

Per chi non l'avesse ancora capito, il rischio è sempre presente nel nostro mestiere, soprattutto in prestampa. Qualche anno fa erano le trasparenze che davano i problemi, ma poi i RIP si sono adeguati e oggi è raro che si ripropongano quelle situazioni. Per questo aspetto del colore non ci potrà essere tecnologia che ci salva perché discende da scelte possibili entrambe, quindi dobbiamo rapportarci unicamente alla nostra preparazione e consapevolezza.

Il problema citato, legato ad una disarmonica impostazione sui computer del cliente è stato risolta lì, oltre ad un aiutino anche da noi, semmai qualcosa sfuggisse nei PDF.