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La grafica dei dorsi delle brossure

Se volete fare un dispetto a voi stessi e a chi deve fare il lavoro di confezione, progettate un dorso discontinuo rispetto al piatto del fronte e del retro. Al massimo della perfidia mettete un testo, o dei grafismi, grandi esattamente quanto il dorso. Se il risultato non sarà nelle attese saprete che il motivo principale sarà legato alla vostra progettazione. E questo non solo perché le macchine hanno comunque delle tolleranze, ma può essere sufficiente una partita di carta in produzione con una mano leggermente diversa da quella che è servita per fare il prototipo o progettare il lavoro che si scombina tutto.

ComplessitàConfezioneCopertineBrossureSe al contrario volete agevolare al massimo la fase di confezione fate una copertina continua nella zona del dorso. Può essere una unica immagine passante dalla prima, dorso e quarta, ma anche una grafica che si estenda per qualche centimetro sulla prima e sulla quarta e con diciture che occupano al massimo metà del dorso. In questo modo i normali difetti di centratura non saranno otticamente visibili e il risultato avrà il miglior impatto col minor sforzo.

Se con un dorso discontinuo abbiamo due punti critici in confezione (quelli che delimitano la dimensione del dorso), con un dorso continuo nessun punto critico, c'è una condizione intermedia che, in genere, mette a posto tutte le esigenze ed è quella che prevede un unico punto critico. Questa situazione è quella che si verifica quando la grafica della prima di copertina (raramente quella della quarta) si estende al dorso. In questo caso vi è un solo punto critico, lungo la cordonatura che separa la quarta (o la prima) dal dorso e nel caso vi siano differenze di spessore della carta (quelle minime di prassi naturalmente) il buon risultato è comunque assicurato.